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Realizzata in collaborazione con gli eredi di Francesco Somaini, scomparso nel 2005, la mostra si concentra sul periodo strettamente informale dello scultore piemontese. Somaini, rifiutando la modellazione manuale e la scultura "per levare", elaborò tra il '62 e il '64 una tecnica nuova consistente nell'aggredire i modelli di cera e di gesso o di creta con getti di aria compressa e quindi di sabbia, sì da imprimere alla materia una vitalità prorompente e "organica". La sperimentazione nella tecnica e nei materiali lo portò verso soluzioni formali del tutto personali. Le sue opere sono conservate in numerosi musei, prevalentemente negli Stati Uniti, in Germania, nei Paesi Bassi e in Austria.